Icona della Vergine di Chersoneso
"Korsunskaja".
La nostra Eparchia
ha come simbolo
la stella posta sulla fronte della
Madre di Dio
rappresentata in questa icona.
DATI ESSENZIALI SULLA PARROCCHIA
Giurisdizione: Chiesa Ortodossa Russa - Patriarcato di Mosca.
Eparchia locale: Diocesi di Chersoneso (o Korsun, antico insediamento greco all'estremità meridionale della Crimea); il vescovo titolare dell'Eparchia di Chersoneso ha giurisdizione sugli ortodossi del Patriarcato di Mosca in Francia, Svizzera, Italia e penisola iberica.
Sede dell'eparchia: Parigi.
LINK: http://perso.club-internet.fr/ndjasg/StsDocteurs/index.html
Dipartimento locale: Decanato
d'Italia. Il Decanato è una struttura territoriale dotata di un
proprio statuto, di solito presieduto da un prete sposato: dal 1998, il
decano è l'Arciprete Antonio Lotti, rettore della parrocchia di
Taranto e residente a Francavilla Fontana (BR).
Date di nascita e sviluppo: La
comunità di San Massimo si è formata nel 1993; il 13 febbraio
1994 ha avuto luogo il suo riconoscimento come comunità del Decanato;
il 26 Settembre 1997 ha avuto luogo l'ordinazione dello ieromonaco Ambrogio
(al secolo Andrea Cassinasco) come prete assegnato alla comunità;
il 1 giugno 2001 la comunità è stata elevata a parrocchia;
il 21 marzo 2002 il Ministero degli Interni ha approvato il riconoscimento
del parroco come ministro di culto.
Titolo della chiesa: La parrocchia è dedicata a San Massimo (V sec.), primo vescovo di Torino e Padre della Chiesa. La festa patronale è il 25 giugno (poiché la comunità segue l'antico calendario giuliano, il 25 giugno "ecclesiastico" corrisponde all'8 luglio nel calendario civile).
Modelli cultuali e linguistici: Le funzioni seguono il rito bizantino e il Tipico ecclesiastico (modello di norme e rubriche cultuali) russo, con alcune concessioni a quello aghiorita (del Monte Athos); la lingua delle celebrazioni varia a seconda della provenienza dei fedeli: le più usate sono l'italiano (lingua ufficiale del Decanato italiano del Patriarcato di Mosca), lo slavonico e il romeno/moldavo. Si riscontrano anche (caso unico in Italia) modelli cultuali dell'Antico rito russo. Il calendario usato è quello giuliano ecclesiastico (o "vecchio calendario").
Periodici e pubblicazioni:
Si stampa dal 1995 per diffusione interna un bollettino, Il Paladino
degli ortodossi (Pobornik Pravoslavnych), inizialmente di frequenza
quadrimestrale, ora limitato a un singolo numero all'anno. Alcuni dei testi
presenti su questo sito sono stati originariamente diffusi sulle pagine
del bollettino.
Il nostro parroco è co-autore
del primo libro di ricerca sociologica sull'Ortodossia nella nostra regione,
Cristiani d'Oriente
in Piemonte.
I NOSTRI VESCOVI
Il Vescovo Gurij
Sua Grazia il Vescovo Gurij (al
secolo Iurij Nikolaevic Shalimov), nato il 17 settembre 1946 nella regione
di Vladimir (Russia), si è laureato in Pedagogia presso l'Università
di Gorkij (che oggi è tornata a chiamarsi Nizhni-Novgorod). Ordinato
prete nel 1977, ha svolto il proprio ministero nelle Diocesi di Vladimir,
Vilensk e Krasnodar. Dal 1984 al 1987 è stato parroco a Rabat (Marocco),
e successivamente a Zurigo (Svizzera). Conosce il francese, l'inglese,
l'italiano e l'arabo. È stato ordinato vescovo il 12 ottobre 1992
e insediato il 14 gennaio 1993 come vescovo titolare di Korsun (Chersoneso),
con giurisdizione sui fedeli del Patriarcato di Mosca in Francia, Svizzera
e Italia, ed è rimasto in carica fino all'aprile 1999. Ora è
tornato in Russia, da dove segue con un ricordo affettuoso la vita delle
nostre comunità. Nel mese di maggio 2003, è stato assegnato
come Vescovo di Magadan (sull'Oceano Pacifico).
L'Arcivescovo Innokentij
Sua Eminenza L'Arcivescovo Innokentij
(al secolo Valerij Feodorovic Vassilev), nato il 9 ottobre 1947 a Staraja
Rusa (un villaggio nella regione di Novgorod, a metà strada tra
Mosca e San Pietroburgo, dove Dostoevskij ha ambientato I fratelli Karamazov),
in una famiglia apertamente credente. Battezzato da piccolo, ha sentito
la chiamata della fede attorno all'età di 30 anni, e nel 1980 ha
lasciato l'impiego in un'istituzione governativa per dedicarsi a Dio. Ordinato
prete nel 1981, è stato inviato nel 1985 a servire nelle diocesi
della Siberia, che allora erano in stato di grande difficoltà. Consacrato
all'episcopato il 26 gennaio 1992, ha servito prima come vescovo di Khabarovsk
(all'estremo Oriente russo, non lontano dal Giappone), quindi dal 1995
al 1996 come vescovo di Dmitrov (vicariato dell'eparchia di Mosca), e dal
1996 al 1999 come vescovo di Cita e Zabajkalsk, nella Siberia orientale.
Ha lasciato questa diocesi, in cui aveva trovato al suo arrivo 3 parrocchie
e poche centinaia di fedeli, con 90 parrocchie attive. Dal 5 ottobre 1999
è stato chiamato a reggere l'eparchia di Chersoneso, ed è
stato eletto arcivescovo il 25 febbraio 2002.
L'EDIFICIO DI CULTO
La chiesa del Santissimo Redentore
si trova nella prima collina torinese, non lontano dal centro della città.
Costruita negli ultimi anni del XIX secolo in uno stile eclettico tipico
di diverse cappelle di istituti religiosi a Torino, è di proprietà
dell'Istituto Villa Angelica, della Congregazione delle Suore di Nostra
Signora di Carità del Buon Pastore (benemerite a Torino fin dai
tempi di Re Carlo Alberto per il loro impegno educativo in favore delle
giovani in difficoltà).
La sospensione dell'uso della chiesa
come cappella conventuale ha suggerito l'assegnazione ad altre comunità
in cerca di sede, e con un impegno di garanzia dell'Arcidiocesi di Torino,
si è avuta nell'anno 2001 l'assegnazione della chiesa alla comunità
torinese del Patriarcato di Mosca.
LA NOSTRA STORIA
Il primo atto di fondazione di una
chiesa ortodossa russa a Torino - cappella dell'ambasciata russa presso
il Regno di Sardegna - risale al 1791 (gli atti costitutivi sono custoditi
presso l'Archivio Russo Storico di Stato). Per una presenza continuata
di una comunità ortodossa, tuttavia, si deve attendere la fine del
XX secolo.
La comunità ortodossa torinese
del Patriarcato di Mosca deve le sue origini all'attività missionaria
dell'Archimandrita Gregorio Baccolini (Bologna 1913 - Pancalieri 1997),
che per 15 anni (1964-1979) è stato l'unico sacerdote ortodosso
residente a Torino, e il primo ad avervi dimora stabile da tempi immemorabili.
All'inizio degli anni '80 Padre
Gregorio ha lasciato il Patriarcato di Mosca: dopo circa un decennio, un
gruppo di fedeli della sua comunità ha richiesto l'assistenza pastorale
del parroco milanese del Patriarcato di Mosca, lo ieromonaco Dimitri (Fantini).
La comunità così ricostituita è stata dedicata a San
Massimo di Torino, delineando già in questa scelta iniziale l'attaccamento
alle radici ortodosse dell'Occidente cristiano, e il deliberato rifiuto
di vedere la Fede ortodossa come un'alternativa "esotica" al cattolicesimo
romano.
Per i primi anni (fino agli inizi
del 1997) le funzioni di culto della comunità si sono limitati a
celebrazioni mensili, in giorno di sabato, della Divina Liturgia. Di particolare
aiuto, dal 1994 al 1996, è stata l'ospitalità estesa dalla
Parrocchia ortodossa romena di Santa Parascheva, a cui i fedeli della comunità
di San Massimo hanno fatto riferimento per vari aspetti di vita parrocchiale.
La comunità ha avuto aiuto e ospitalità anche da parte delle
chiese battiste e valdesi di Torino. L'inizio di funzioni regolari in una
piccola sede propria (anche a seguito dell'ordinazione di un prete per
la comunità) ha coinciso con una crescita numerica non indifferente
dei fedeli, tra i quali molti membri della comunità torinese dei
Vecchi Credenti (ortodossi di Rito Antico, provenienti in gran parte dai
villaggi russi della Romania).
Nel 1997 abbiamo avuto la sorpresa
di veder sorgere in Piemonte un piccolo ma significativo segno portatore
di speranza: la cappella di
Santa Anastasia, a Magliano Alfieri (CN).
La richiesta di un nuovo luogo
di culto alla curia cattolica torinese ha portato all'ospitalità
presso la cappella dell'Istituto “Alfieri-Carrù”, già punto
di incontro per gli ortodossi greci a Torino, dal 1998 al 2001.
UNA VISIONE PARTICOLARE
Nello spirito missionario che da
sempre caratterizza la Chiesa russa, la nostra parrocchia, accanto ai suoi
compiti pastorali di assistenza dei fedeli del Patriarcato di Mosca (e
per riflesso degli ortodossi di tradizione slava), cerca di sviluppare
una comunità autenticamente locale, dedita alla testimonianza della
Fede ortodossa in Occidente. Per questo ritiene importante la venerazione
dei santi locali (a partire dal proprio stesso santo patrono) e il recupero
delle dimensioni liturgiche dell'antico Occidente cristiano.
Così come in tutte le altre
chiese ortodosse fondate da italiani, riteniamo indispensabile una mediazione
culturale del messaggio dell'Ortodossia, sia per evitare il rischio di
uno svilimento della Fede ortodossa in una serie di curiosità esotiche
(sempre presente dove si accentua il "fascino dell'Oriente"), sia come
dovere nei confronti delle generazioni successive di immigrati ortodossi,
che, integrandosi in una nuova cultura, perdono gradualmente l'interesse
per le particolarità del paese d'origine.
Cercare di offrire un'Ortodossia
culturalmente e linguisticamente comprensibile non deve però farci
adagiare in una politica di minimalismo: la comunità si è
sempre sforzata di presentare l'Ortodossia in modo quanto più pieno
e profondo, anche se nella consapevolezza che questo può mettere
a dura prova le proprie risorse interne, o la pazienza stessa dei fedeli.
Tale sforzo si riflette in parte nel linguaggio liturgico (in cui si usa
una terminologia arcaica, a discapito di quanti vorrebbero forme più
"colloquiali"), in parte nella durata e frequenza delle funzioni (a discapito
di quanti vorrebbero presentare il culto ortodosso in forma "semplificata").
La testimonianza della Fede ortodossa
in Italia, per quanto importante, non può essere separata dalla
ricerca di relazioni ideali con tutti gli altri cristiani: anche in questo,
la comunità si sforza di tenere aperto un dialogo che sia serio
sui temi delle verità di fede, ma rispettoso del cammino spirituale
di ciascuno.
Per la nostra parrocchia il primo
e fondamentale dovere ecumenico dei cristiani ortodossi è quello
dell'ecumenismo tra ortodossi. Questo non è sempre un compito facile
(siamo chiese alle prime armi, formate da persone di livelli sociali e
culturali eterogenei, con distanze linguistiche e di mentalità rese
ancor più acute dalle difficoltà dell'immigrazione), ma è
essenziale perché anche i nostri rapporti con i cristiani non ortodossi
abbiano senso e valore. Per questo ci sforziamo di mantenere rapporti stretti
e costanti con le altre chiese ortodosse a Torino.
La nostra parrocchia partecipa
alle iniziative di dialogo e fraternizzazione ecumenica in Torino, e in
altre aree del Piemonte. Come indispensabile passo iniziale, insistiamo
sulla necessità di una mutua conoscenza, sia tra le persone (antidoto
alla ghettizzazione) sia dei rispettivi fondamenti teologici e della conseguente
pratica cristiana. Alle celebrazioni cultuali ecumeniche (che presentano
sempre il rischio di un minimalismo dogmatico, e talvolta anche quello
della confusione sul piano simbolico) preferiamo le iniziative culturali
di riscoperta delle radici del cristianesimo (e di quanto abbiamo dimenticato
della nostra comune tradizione ecclesiastica), oltre all'illimitato campo
di azione comune nel settore dell'accoglienza agli immmigrati, e della
loro integrazione nella vita torinese.
La parrocchia di San Massimo è
certamente una chiesa che ha avuto il suo maggior sviluppo in seguito a
fenomeni di immigrazione. Vi hanno trovato una casa spirituale fedeli
provenienti non solo da paesi tradizionalmente collegati all'Ortodossia
(Russia, Ucraina, Bielorussia, Repubblica di Moldova, Romania, Repubblica
di Macedonia, Federazione Yugoslava, Georgia, Bulgaria), ma anche da altre
nazioni. La parrocchia affianca volentieri le proprie attività culturali
e sociali a quelle dei centri che si occupano di integrazione e promozione
degli stranieri a Torino: prima tra questi enti, per il suo rapporto fraterno
con la parrocchia, è la CoRuss
(Associazione per la Cooperazione Culturale con la Russia).
Anche questo stesso sito della parrocchia rappresenta per noi un'occasione privilegiata e interessante di dialogo e di testimonianza. Accanto alla nostra comunità parrocchiale visibile, ne esiste una "virtuale" non meno importante, che si estende ben al di là dei confini di Torino e del Piemonte. Attraverso queste pagine avrete modo di sentirvi anche voi parte di questa comunità...